Excerpt from L'Illustre Italia: Dialoghi
Egli prese allora a narrare così: Io non ti dirò di un signore cortese, di cui non so se il più ma gnifico si sappia In Italia e fuori; di un signore, che per amor vero alle arti belle sembra quasi voler far rifiorire l'età gloriosa de'medici e degli Estensi. Noi ne abbiamo spesse volte parlato; nè qui vale ridire le lodi sue. Or'questo signore, fattomi un giorno a sè richiedere siccome suole, desiderò ch'io vedessi una sua gran sala, a cui non saprei dirti qual'altra in Roma sia da uguagliarsi, così per la luce che d'ogni parte v'entra bellissima e per la sua vastità, come per la forma che ha diun perfetto quadrato. Puoi tu immaginarti se colle parole più belle che_io avessi gli lodai quella nuova sontuosità principesca tanto più che in italia (e, ciò ch'è più indegno, in Roma stessa) colle altre corruzioni straniere si è pure da alquanti anni Introdotto un certo far si taccagno eziandionelle fabbriche, che quasi giurerestu i presenti signori non vagl1eggiare più altro che la meschinità e la grettezza così nelle vesti, come nelle.
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